domenica 28 maggio 2017

Matematica e Musica

Per i ragazzi della II F

Abbiamo visto che una delle discipline che Pitagora insegnava nella sua scuola era la musica; ma, potreste chiedervi: cosa c'entra la musica con la matematica?

do, re, mi, fa, sol, la, si” sono le note musicali; dove sono le frazioni? 
Pensate alla chitarra, al violino, al mandolino, .... Per produrre un suono con uno di questi strumenti si pizzica una corda: si vede allora la corda vibrare e, contemporaneamente, si ode un suono.

"Il suono è vibrazione"

Anche senza avere uno strumento musicale, ve ne potete rendere conto con un semplice esperimento: prendete un pezzo di spago sottile ma resistente, o meglio un filo di nylon, lungo circa 90 centimetri.
Fissatene una estremità, per esempio, alla maniglia di una porta, e, tenendo lo spago ben teso con la mano sinistra, pizzicatelo con la destra: sentirete un suono grave.
Adesso, tirate di più lo spago, e pizzicate ancora: il suono è più acuto del precedente. 
Poi, partendo dalle condizioni della prima esperienza, riducete la lunghezza dello spago a 1/3,  fate cioè in modo che sia lungo circa 30 centimetri. Ripetete l’esperimento: udirete un suono più acuto di quello che si aveva con lo spago lungo.
Con questi esperimenti ci si rende conto che ci sono due modi per ottenere un suono più acuto: tendere lo spago di più o scorciarlo. 
Perché il suono risulta più acuto? Che cosa accade in questi due casi? Accade che aumenta il numero delle vibrazioni al secondo, e l’altezza del suono — essere grave o acuto — dipende dal numero delle vibrazioni. 
Più questo numero è grande e più il suono è acuto.


Arriviamo adesso alla matematica attraverso esperimenti più precisi. 
Prendiamo tante corde dello stesso materiale e ugualmente tese. Se sono della stessa lunghezza, quando le pizzico, per esempio nel punto di mezzo, odo lo stesso suono; ma se una corda è più corta, il suono risulta più acuto. 
Partiamo da una corda AB
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se la riduco esattamente a metà ho la corda CD

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e accade che il numero delle vibrazioni diventa esattamente il doppio (si può misurare con degli apparecchi speciali). Bene, il suono che si ode è più acuto di quello dato da AB, ma dà la stessa sensazione sonora: è un suono “uguale”. 


Ora invece, scorciamo la corda ma senza dividerla proprio a metà; facciamone per esempio i 2/3
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otterremo la corda EF

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Ripetiamo l’esperimento: si produrrà un suono che dà una sensazione diversa da quella di prima. 
E chiaro che potrei scorciare la corda a piacere, e avere così infinite note. Ma l’orecchio umano non distinguerebbe tutti questi suoni. 

Si è trovato che basta scorciare la corda in 7 modi diversi per avere sensazioni sonore diverse. Alle 7 lunghezze della corda corrispondono 7 diversi numeri di vibrazione della corda, e, dunque, 7 suoni diversi: le 7 note musicali. Si va di 7 in 7, di ottava in ottava.
Suonando la lira, nel 500 a.C., 
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Pitagora aveva scoperto questo, anzi... molto più di questo: aveva scoperto la scala naturale.  La scala naturale è composta di 7 suoni diversi, cioè di 7 note che furono poi chiamate do, re, mi, fa, sol, la, si. Queste note corrispondono a determinate lunghezze della corda. Ecco come si ottiene il re: se il do di un’ottava, cioè di una certa altezza, si ottiene da una corda lunga “1”, il re si ottiene da una corda lunga gli 8/9 della corda che dà il do

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Ciò significa che il numero delle vibrazioni della corda che da il re è i 9/8 del numero delle vibrazioni del do (ricordatevi: se scorcio la corda, il numero delle vibrazioni aumenta, e precisamente se la corda diventa la metà, il numero delle vibrazioni raddoppia; se diventa un terzo, il numero delle vibrazioni triplica; se diventa gli 8/9, il numero delle vibrazioni diventai i 9/8) cioè:

la lunghezza della corda e il numero di vibrazioni sono grandezze inversamente proporzionali

Per ottenere il mi, partendo sempre dalla corda “1” corrispondente al do, bisogna prenderne i 4/5
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Il mi corrisponde dunque a un numero di vibrazioni uguali ai 5/4 delle vibrazioni del do.

Ecco le sette note con indicato, in corrispondenza, il numero delle vibrazioni: 

note
 do 
re
mi
fa
sol
la
si
n° vibraz.
1
9/8
5/4
4/3
3/2
5/3
15/8



Abbiamo confrontato tutte le note con il do e, per semplicità, abbiamo fissato uguale a il numero delle vibrazioni del do. Ma, per convenzione, tutte le note si riportano al la, al suono cioè che si ottiene pizzicando una corda di lunghezza tale da compiere 440 vibrazioni al secondo.
Allora, il numero delle vibrazioni delle altre note sarà (tenete presente il quadro delle note e del numero di vibrazioni che abbiamo scritto prima):

do = 3/5 * 440 = 264
re = 9/8 do = 9/8 * 264 = 297
mi = 5/4 do = 5/4 * 264 = 330
fa = 4/3 do = 4/3 * 264 = 352
sol = 3/2 do = 3/2 * 264 = 396
la = 440
si = 15/8 do = 15/8 * 264 = 495

Molti secoli sono passati dal tempo di Pitagora che è stato il primo a capire la relazione musica-numero. Variazioni e perfezionamenti sono stati apportati alla scala naturale, ma lo stretto rapporto fra musica e numero rimane sempre.  Quando suonate la chitarra, assieme al suono, voi, senza accorgervene, fate della matematica!

Da "Numeri" di Emma Castelnuovo

Esercizi di geometria solida sui poliedri

Per i ragazzi della IIIF

Alcuni esercizi per esercitarsi in vista della verifica di geometria

Esercizi sui Prismi


1. Un prisma alto 9 cm ha per base un triangolo isoscele che ha l’altezza relativa alla base di 8 cm e i lati obliqui di 10 cm. Calcola la misura della superficie totale e del volume del solido.

Soluzione

                                                         Dati e Incognite


              h = 9 cm  (altezza del prisma)
              h_B = 8 cm (altezza relativa alla base b del triangolo di base)
              l = 10 cm (lato obliquo del triangolo di base)


              S_T = ?
              V     = ?

                                                                                       




Per prima cosa calcoliamo attraverso il teorema di Pitagora la base del triangolo isoscele:





Area di base:






Perimetro di base:
                          p_B = b + 2l = 12 +20  cm = 32 cm

La superficie di base:





La superficie laterale:




La superficie totale quindi è:







Il volume:






2. Un prisma retto ha per base un rombo il cui perimetro è di 12 cm e la cui diagonale minore misura 3,6 cm. Sapendo che l’area laterale è di 60 cm2 , calcola l’area totale del prisma.


Esercizi sulla Piramide


1. Una piramide retta a base quadrangolare ha il perimetro di base di 120 cm e ha una altezza di 20 cm. Sapendo che la piramide è di alluminio (ps = 2,7 g/cm3 ), calcolane la sua superficie totale, il volume e il peso.

2. Un quadrato ha il lato che misura 14 cm ed è la base di una piramide di marmo (p.s. 2,8 g/cm3 ) la cui altezza misura 24 cm. Calcola: a) la misura del perimetro e dell’area del quadrato; b) il volume e il peso della piramide; c) l’area della superficie totale della piramide; d) l’area della superficie totale del parallelepipedo rettangolo equivalente alla piramide e avente le dimensioni di base di 8 cm e 28 cm

Osservazione e analisi di un frutto


L'obiettivo di questa attività sperimentale è stata quella di saper descrivere un essere vivente attraverso l'osservazione e la manipolazione ed essere poi in grado di capire le funzioni svolte dalle sue varie parti.

Osservazione di una mela



Il primo passo è quello di osservare l'organismo ad occhio nudo. Per prima cosa abbiamo tagliato la mela a metà per osservarne anche l'interno; si nota una simmetria rispetto all'asse passante per il centro della mela. La parte più interna (endocarpo) è più ruvida rispetto alla polpa (mesocarpo) ed alloggia i semi in due piccole cavità. Questa parte è ciò che resta dell'ovario, l'organo sussuale femminile del fiore contenente le cellule uovo (gameti femminili); il suo colore è più scuro rispetto al mesocarpo e si riconosce chiaramente l'originaria forma affusolata. Il frutto è collegato alla pianta tramite il picciolo, mentre all'altra estremità sono ancora presenti i petali atrofizzati della parte terminale del fiore, detto calice. Il seme ha una forma allungata, tondeggiante; la parte interna è di colore bianco, ha una consistenza fragile ed è rivestito di uno strato più scuro e resistente che ha funzione protettiva. La buccia (esocarpo) è una membrana avvolge il frutto e presenta una evidente pigmentazione. Con il passare del tempo sul mesocarpo si formano delle zone di colore più scuro dovute a reazioni chimiche che avvengono a contatto con l'aria (ossidazione degli zuccheri). Il frutto presenta un odore caratteristico molto intenso.


Dall'osservazione si possono mettere in evidenza le funzione delle varie parti del frutto

-endocarpo: funzione riproduttiva
-mesocarpo: funzione nutritiva
-esocarpo: funzione protettiva

Il colore, le dimensioni e l'odore del frutto contribuiscono a rendere visibile il frutto agli animali. Queste carateristiche possono essere interpretate, alla luce della teoria evoluzionistica, come un preciso progetto di adattamento all'ambiente. Gli animali che si cibano del frutto trasportano lontano dalla pianta i semi che non vengono digeriti e assicurano in tale modo la riproduzione della pianta.

Capillarità

La capillarità è il fenomeno per cui le sostanze, come l’acqua, riescono a salire in alto attraverso piccolissimi tubi, detti capillari.

Questo fenomeno è possibile perché oltre alle forze di coesione tra molecole della stessa sostanza, esistono forze attrattive, dette forze di adesione, che si sviluppano tra le sostanze e il recipiente che le contiene.



Insieme, quest'anno, abbiamo visto che se appoggi l'estremità di una striscia di carta assorbente sulla superficie dell'acqua colorata contenuta in un recipiente, in breve tempo tutta la striscia risuterà imbevuta.


In natura il fenomeno della capillarità permette all'acqua di salire dalle radici fino ai rami più alti delle piante attraverso i vasi, assicurandone così il nutrimento.

Esperimento:
abbiamo riempito un barattolo di vetro con un po' acqua e abbiamo versato all'interno dell'inchiostro. A questo punto abbiamo immerso nel barattolo un gambo di sedano.
Dopo alcuni giorni abbiamo potuto osservare come l'acqua è risalita per capillarità lungo la pianta colorando anche le foglie. Abbiamo anche notato che le foglie si erano seccate. Perchè secondo voi?











Osmosi

L'osmosi è un fenomeno fisico per cui due liquidi che hanno concentrazioni diverse e sono separati da una membrana semimpermeabile tendono ad equilibrare le loro concentrazioni; l'acqua attraversa la membrana semimpermeabile passando dalla soluzione più diluita alla soluzione più concentrata.





Questo fenomeno fisico è proprio quello che permette all'acqua e ai sali minerali in essa disciolti di penetrare nella pianta attraverso le radici; essendo l'acqua una soluzione meno concentrata rispetto alle cellule, essa penetra per osmosi all'interno di esse attraverso la membrana cellulare.


Esperimento: osmosi della patata

In classe abbiamo realizzato il seguente esperiumento:

abbiamo diviso una patata in due metà; abbiamo scavato le mezze patate e in una vi abbiamo messo dello zucchero sciolto con poca acqua mentre nell'altra abbiamo messo solo l'acqua. Abbiamo messo la mezza patata contenente la soluzione zuccherata in una vaschetta contenente acqua e l'altra mezza patata con solo l'acqua in una vaschetta contenente zucchero diluito con poca acqua.


Dopo circa un quarto d'ora abbiamo osservato che nella patata contenente lo zucchero è entrata l'acqua e il livello del liquido nella patata è aumentato. Nella patata contenente solo acqua il livello del liquido è diminuito in quanto l'acqua ha attraversato la parete della patata per diluire lo zucchero della vaschetta.